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lunedì, gennaio 07, 2008

Reportage - Capodanno in Cascina 2008


Fabio Tracogna è un nostro affezionato lettore. Oltre a questo è uno dei pochi che ha colto appieno lo spirito di OrtaBlog. Un Blog, per non diventare un freddo elenco di notizie più o meno utili, ha bisogno dell'apporto dei suoi lettori che gli danno la linfa vitale per continuare a crescere. Sono importanti i commenti, le segnalazioni ma ancor di più i racconti, le recensioni, le impressioni sul campo. Siamo stati veramente felici quando, dopo averci segnalato questo particolare modo di festeggiare il Capodanno, Fabio si è proposto di scrivere per il blog un resoconto della serata, per di più corredato di fotografie.

Ringraziando ancora Fabio per il supporto invitiamo tutti a seguire il suo esempio. Ed ora lasciamo spazio all'articolo.




Un capodanno in cascina? E perché no?

In dicembre sulle pagine di questo blog segnalavo una curiosa alternativa ai soliti cenoni di fine anno: l’Associazione Culturale La finestra sul lago (
www.lafinestrasullago.com) organizzava nella suggestiva sede di Lagna, un capodanno in cascina, con un menu dedicato alla tradizione contadina novarese.
Ho avuto il piacere di incontrare gli organizzatori Lidia e Domenico in altre due occasioni sempre presso la loro Associazione: la Cena Medioevale (che spero venga riproposta quest’anno) e la cena degli scalpellini, per cui, considerato il menu e la location, ho coinvolto nella prenotazione moglie, tre amici e i due quattrozampe Nabucco e Cointreau.
Ritrovo per le otto di fronte al benzinaio di Pettenasco e partenza! La statale che costeggia il lago era stata abbondantemente “salata” viste le rigide temperature, la nottata si preannunciava splendida: il cielo cristallino sopra il Cusio era splendido e pieno di stelle.
Posteggiamo giusto dietro la Cascina, quattro passi per “entrare in temperatura” e, costeggiando la strada che porta all’imbarcadero di Lagna, raggiungiamo il portone di ingresso.

Nel cortile interno lastricato in pietra ecco un fuoco scoppiettante…in un angolo un tavolo con le bottiglie per il brindisi, e Lidia che ci accoglie e ci accompagna all’interno.
I muri di pietra le porte di legno il cortile lastricato e i ballatoi della cascina ci proiettano immediatamente nell’ atmosfera dei tempi passati. Sulla tavola troviamo già un bel filone di pane, acqua di fonte e una bottiglia di Vespolina vivace, cui seguirà un ottimo Nebiolo.
Il tempo di fare conoscenza con gli altri ospiti e si comincia! Per antipasto un tagliere di salame nostrano e lardo tagliato spesso ma che si scioglie letteralmente in bocca… piatti di tome delle valli da gustare con il miele e la cagiada ovvero il morbido e fresco risultato del caglio del latte servito con gambi di sedano.
Arriva poi una coppettina che profuma di cipolle arrosto e di formaggio piccante, ricolma di crostini di pane. Nella ciotola viene versato il brodo di cotenna di maiale fumante, si copre il tutto con un piattino aspettando che il formaggio si fonda con il calore del brodo e si leghi a cipolle e pane e…voilà!!! La Süpa Sücia (zuppa asciutta) è servita!!!
Delizioso il mix tra il gusto di cipolla e la toma fusa leggermente piccante…quasi un sentore della cugina d’oltralpe più famosa, la soup d’onion francese.
La stessa coppetta,debitamente svuotata, ospiterà per i più golosi più porzioni della classica Pasta e fagioli, con un velo di pepe a ravvivarne il gusto.
Nell’attesa dell’ottimale cottura del Ris e luganega, ovvero risotto e salsiccia che concluderà il primo round della cena, Domenico intrattiene gli ospiti con le vecchie storie di quella civiltà contadina che raccontavano i nostri nonni…la storia del lavoro della Teresa e dei silenzi di una vita del Luisin, l’amore per le bestie (le mucche in particolare) e nella sala, così come un tempo, subito si fa silenzio e si ascolta.
Il tempo di un dovuto e meritato applauso (Domenico è davvero bravissimo come contastorie) e un piatto di fumante riso ci viene servito ben caldo e giusto al dente!
Ma si prosegue signori: ecco Sua Maestà la Polenta, regina della cucina cosiddetta povera, proposta con tre accostamenti: brüscitt, fidighina e gorgonzola di Cavallirio.
I brüscitt sono carne di manzo finemente tritata, stufata in padella con un soffritto di burro e cipolla, abbondante brodo, un bicchiere di vino sale e semi di finocchio che gli conferiscono un sapore particolare.
La fidighina è la mortadella di fegato. Le carni suine magre provenienti dalla rifilatura del prosciutto, il grasso suino del sottogola e della pancetta, più il fegato in proporzioni variabile sono macinate finemente, condite, insaccate e stagionate. Viene poi cotta in pentola per un paio d’ore.
Ultimo accostamento il gorgonzola nelle due varianti proposte dal caseificio Paltrinieri di Cavallirio: il piccante stagionato 120 giorni, di consistenza compatta ma morbida e il dolce cremoso e dal sapore delicato, stagionato 60/70 giorni .
Il tempo fugge e gli ospiti vengono invitati ad uscire in cortile intorno al fuoco per celebrare il nuovo anno che arriva e salutare l’ormai stanco 2007!
Alla mezzanotte in punto, saltano i tappi degli spumanti, le luci della cascina si accendono a festa, partono le musiche e dal lago arrivano suoni di campane e scoppi di fuochi d’artificio, quindi tutti nel giardino della cascina che, essendo direttamente sul lago è un ottimo punto di osservazione.
Che spettacolo ragazzi!! Da tutti i paesi del lago e dal Mottarone vediamo lo spettacolo dei fuochi d’artificio che si riflettono sulle acque…l’aria è gelida, la terra del giardino è gelata completamente e l’erba crocchia sotto i nostri piedi…
Si rientra in cortile tra musica, calici tintinnanti e auguri per il nuovo anno ed ecco che Lidia ci insegue con il dolce della serata, una torta a base di zucchero uova e latte, buona come tutte le cose semplici.
Innaffiato il tutto con idromele, amari e un buon caffè, che ci sostenga nella strada del ritorno, poco prima di uscire veniamo allietati dalle note della chitarra acustica di Dario Fornara.
Salutiamo Lidia e Domenico ringraziando dell’ospitalità; sulla strada del ritorno penso al nuovo anno che abbiamo incontrato qui in questo posto magico, ricco di storia di cultura e tradizioni.
Penso all’anno che è arrivato, a quello che ci attenderà, alle incertezze ed alle speranze, penso ai sogni e ai problemi dei nostri nonni, che qui hanno vissuto e lavorato e sicuramente anche loro come noi hanno condiviso gli stessi pensieri.
E allora sento che il tempo che passa non deve passare invano, che quello che abbiamo oggi è un grande dono, ma che non dobbiamo sprecare nulla di quanto i nostri vecchi ci hanno lasciato.
E penso che lo amo profondamente questo lago d’Orta e questi monti che lo circondano e che una delle cose che farò in questo 2008 sarà trasmettere alle persone che incontrerò la bellezza di questi luoghi.