mercoledì, luglio 12, 2023

Orta Festival 2023 - XXIII Edizione - Terzo Fine Settimana


Quinto Concerto

Orta San Giulio - Chiesa di S. Maria Assunta

venerdì 14 luglio - ore 21.00

Piano Quintet

Théo Fouchenneret - pianoforte

Hans Liviabella - violino

Ekaterina Valiulina - violino

Francesco Fiore - viola

Matteo Pigato - violoncello

Programma

Gabriel Fauré (1845-1924)

Quintetto in re minore op. 89
per due violini, viola, violoncello e pianoforte

Johannes Brahms (1833-1897)

Quintetto in fa minore op. 34
per due violini, viola, violoncello e pianoforte



Il giovane pianista francese Théo Fouchenneret ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale di Ginevra nel 2018. La sensibilità e la poesia del suo tocco, ma anche la maturità delle sue interpretazioni, lo hanno fatto notare unanimemente fra i pianisti della sua generazione.

Applaudito in patria e all’estero (Salle Cortot, Salle Gaveau a Parigi, Gewandhaus di Lipsia, Gasteig di Monaco, Sala Verdi a Milano), ci offre un concerto che mette a confronto due mondi espressivi completamente differenti.

Con la complicità di un quartetto d’archi di artisti beniamini del nostro Festival ascolteremo il
raro Quintetto op. 89 (1903-1906) di Gabriel Fauré, costato un intenso periodo di lavoro, circa 3 anni, il cui risultato finale è assai curioso: tre movimenti invece dei consueti quattro, ma soprattutto un clima sonoro e agogico che avvolge l’opera in una sorta di rêverie interiorizzata e dunque all’apparenza priva di contrasti, la cui aura sonora si connota per trasparenza e spiritualità.

Sarà poi la volta del Quintetto op. 34 di Brahms, una delle sue opere più celebri, nella quale il getto d’ispirazione è torrenziale, in cui idee musicali, intrecci contrappuntistici di un’intensità crescente, pongono il marchio della genialità su una delle pagine più affascinanti di tutto l’Ottocento musicale.



Sesto
Concerto

Orta San Giulio - Chiesa di S. Maria Assunta

sabato 15 luglio - ore 21.00

American Standards for Piano

Rossano Sportiello - pianoforte

Programma

Da George Gershwin a Duke Ellington

È il caso di dire che è stata per Woody Allen al clarinetto una grande fortuna aver avuto la possibilità di suonare con
nei suoi incontri jazz al Café Carlyle di New York, dove il grande cineasta si esibisce per divertimento quasi tutti i lunedì dell’anno.

Rossano Sportiello (che risiede a New York da 13 anni) si è formato in Italia ed è considerato dalla critica internazionale uno dei Top Stride Piano Player contemporanei a livello mondiale. Il leggendario pianista Barry Harris, mentore e amico di Rossano, infatti lo definisce «il miglior pianista Stride mai sentito».

Un concerto di Sportiello è «un’esperienza unica, un salto nel tempo della storia del jazz, un viaggio sonoro da ascoltare in silenzio quasi religioso e con il sorriso, poiché la sua musica è eleganza, fluidità, nitidezza, swing: una sorta di Fats Waller del XXI secolo».

Il suo stile pianistico è l’eredità vivente di un felice caleidoscopio di trent’anni di storia del jazz, dagli anni ’30 ai primi anni ’60, passando attraverso Teddy Wilson, Art Tatum, Hank Jones, Tommy Flanagan, Count Basie.

A New York si esibisce regolarmente al Lincoln Center, Blue Note, Birdland, Carnegie Hall e suona come guest per numerosi festival jazz (da San Diego a Rochester) al fianco di musicisti quali Dan Barrett, Barry Harris, Scott Hamilton. Nel 2005 ha ricevuto il prestigioso «Prix du Jazz Classique de l’Académie du Jazz de France» e nel 2009 al Festival Jazz di Ascona (Svizzera) ha ricevuto l’Ascona Jazz Award.

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