giovedì, settembre 12, 2024
Apertura dell’Anno Scolastico a Orta San Giulio
sabato, settembre 07, 2024
16ª Traversata Un Bacino per ADMO - 2° Memorial Samuele Frola a Pettenasco
giovedì, settembre 05, 2024
Borgomanero: Parcheggio Libero in Via Arona
Grande Tapulonata Settembrina dell'Antica Cunsurtarija dal Tapulon
La serata si è conclusa con il tradizionale taglio della torta realizzata con tanto di riproduzione del logo della Confraternita dal Maestro pasticciere Lidio Duella dell’antica Pasticceria Agabio di Corso Garibaldi, molto apprezzata da tutti i partecipanti al convivio.
lunedì, settembre 02, 2024
Addio a Max Negretti Fondatore del Baskin Ciuff
"
sabato, agosto 31, 2024
mercoledì, agosto 21, 2024
75ª Festa dell’Uva a Borgomanero - Programma Completo
Venerdì 30 agosto
Sabato 31 agosto
Domenica 1 settembre
Martedì 3 settembre
Mercoledì 4 settembre
Giovedì 5 settembre
Venerdì 6 settembre
Sabato 7 settembre
Domenica 8 settembre
CENTRO CULTURALE “DON PIETRO BERNINI” COMUNE DI BORGOMANERO
ASSESSORATO ALLA CULTURA FONDAZIONE “ACHILLE MARAZZA”
RIVISTA DI POESIA “ATELIER”
BORGOPOESIA 2024
La poesia: un viaggio nel presente
Venerdì 6 settembre
Villa Marazza
Sabato 7 settembre
Villa Marazza
Martedì 10 settembre
Domenica 6 ottobre
martedì, agosto 20, 2024
Festa dei Santini 2024 a Bolzano Novarese
mercoledì, agosto 14, 2024
27ª Benedizione dei Vogatori 2024
15 Agosto 2024
rinnova l'invito a tutti gli appassionati di remo e pagaia
alla
27ª Tradizionale Benedizione Vogatori e Barche
nata da un'idea di Silvio Gallina e di Don Giacomo Bagnati
martedì, agosto 13, 2024
11ª Nuotata Sotto Le Stelle a Orta San Giulio 2024
sabato, agosto 10, 2024
Un Anfiteatro per le Rose del Lago
mercoledì, agosto 07, 2024
martedì, luglio 30, 2024
Miasino Classic Jazz Festival 2024
Il Miasino Classic Jazz Festival raggiunge la sua 22ª edizione e promette tre serate indimenticabili, dal 2 al 4 agosto, nella splendida cornice di Villa Nigra a Miasino. L'evento, che ha ormai consolidato la sua fama, ospiterà alcuni dei più grandi nomi del jazz.
La serata inaugurale di venerdì 2 agosto vedrà il ritorno di Lino Patruno, il primo direttore artistico del festival. Patruno guiderà il pubblico in un viaggio musicale verso New Orleans, accompagnato da un settetto di talentuosi musicisti, tra cui spicca la pianista e cantante Laura Fedele.
La seconda serata, sabato 3 agosto, sarà dedicata a un frizzante spettacolo con le Blue Dolls. Il trio vocale, supportato da un quartetto, interpreterà in chiave swing il repertorio italiano che va da Carosone a Buscaglione, promettendo una serata all'insegna dell'energia e della nostalgia.
Il festival si concluderà domenica 4 agosto con la performance dei Chicago Stompers. Questo gruppo, composto da undici musicisti, è riconosciuto a livello internazionale per il suo repertorio di hot jazz che abbraccia il periodo tra il 1924 e il 1933. Sul palco saranno presenti strumenti musicali originali dell'epoca e costumi fedeli al periodo, offrendo uno spettacolo autentico e coinvolgente.
Ogni serata del festival sarà un'occasione unica per immergersi nella magia del jazz, con performance che promettono di incantare e sorprendere il pubblico.
mercoledì, luglio 24, 2024
Fuochi d'Artificio a Orta San Giulio Agosto 2024
lunedì, luglio 22, 2024
mercoledì, luglio 17, 2024
Il Ricordo di Don Giacomo Bagnati Scritto dalle Monache dell’Isola
Abbiamo pensato di condividere questo commosso ricordo di Don Giacomo Bagnati, scomparso pochi giorni fa, scritto dalle monache dell’Isola, con le quali ha condiviso un lungo tratto di strada.
Quando l’11 ottobre 1973 Madre Anna Maria Cànopi con le sorelle che l’accompagnavano arrivò ad Orta per imbarcarsi verso l’Isola di S. Giulio, ad attendere la piccola comitiva, con il vescovo ausiliare Mons. Francesco Franzi e altri sacerdoti, vi era anche Don Giacomo Bagnati, designato dal vescovo di Novara Mons. Del Monte come prevosto della Basilica e cappellano del nascente monastero «Mater Ecclesiae». Iniziò quel giorno, a dispetto della evidente precarietà di quei modesti inizi, una grande avventura spirituale che ancora – per grazia di Dio – continua fiorire.
La vicenda umana e religiosa di Don Giacomo è tutta segnata proprio dalla piccolezza che diviene spazio perché si manifesti l’onnipotenza dell’opera divina.
Terzo di sei fratelli di una modesta famiglia contadina di Bellinzago Novarese, si presentò alla luce così gracile che gli venne conferito al più presto il Santo Battesimo, tanto sembrava pronto ad andare in Cielo. Così cominciò la sua storia che lo vide raggiungere – pur nella precarietà del suo fragile fisico – il maestoso traguardo di 91 anni.
Il Signore lo chiamò prestissimo alla vita sacerdotale, già abbracciata dal fratello maggiore Felice. I genitori, con grandissimi sacrifici, da bravi cristiani, non si opposero alla chiamata e lasciarono che entrasse in seminario. Non solo. Fu proprio papà Mario che, caricato sulla canna Giacomino col suo povero bagaglio, lo portò pedalando da Bellinzago fino a Miasino. Il seminario si trasferì poi sull’Isola, proprio nell’edificio ora da noi occupato. Il Padre, infatti, ricordava ancora con lucidità il suo posto nella Cappella del seminario, la colonna del chiostro attorno a cui correvano e, soprattutto, il freddo terribile del dormitorio. I seminaristi, infatti, durante la passeggiata raccoglievano sassi che avrebbero poi fatto scaldare nella stufa, operazione proibita che rischiava una severa punizione… Il Signore, insomma, lo aveva legato fin da allora a questa Isola.
Con commozione molti anni dopo Don Giacomo ricordava che il giorno della sua ordinazione presbiterale, per gratitudine, riservò il primo bacio alle sue mani appena consacrate proprio a papà Mario come gesto di riconoscenza per quanto si era sacrificato per permettergli di raggiungere quel traguardo. Era il 29 giugno 1957, consacrante Mons. Gilla Vincenzo Gremigni.
Nel seminario minore ricopriva già il ruolo di vice rettore e insegnante di lettere, e nell’anno successivo venne nominato docente di liturgia dell’allora ex seminario San Gaudenzio di Novara. Sono gli anni non facili della contestazione, ma anche un periodo in cui si intrecciano per Don Giacomo importanti amicizie sacerdotali che dureranno una vita. Fra queste impossibile non citare quella con Don Artibano Di Coscio e, soprattutto, quella con Don Mario Airoldi che gli fu oltremodo carissimo.
A dire il vero la sua umiltà gli rendeva facile intrecciare rapporti cordiali con quanti incontrava. Aveva per tutti un saluto affabile che strappava la benevolenza anche a quanti – maldestro com’era con auto e barche – finiva a volte col danneggiare.
In comunità sono noti aneddoti comici, come quando riuscì a far affondare la barca di Don Angelo Villa in seguito a uno scontro fra natanti: le uniche imbarcazioni in acqua su tutto il lago.
Dal 1969 è nominato parroco di Carcegna e direttore della casa per sacerdoti anziani e malati di Miasino, incarico, quest’ultimo, che manterrà fino al 1980 e che comportò per lui la fatica di raggiungere l’Isola in barca per celebrare la Santa Messa per la comunità monastica alle 7,30.
I primi mesi con Madre Anna Maria furono sostenuti dalla grazia di una profonda intesa e del reciproco sostegno che aiutarono a superare le non poche difficoltà. Don Giacomo infatti teneva particolarmente al suo impegno pastorale, specialmente quello verso Alpiolo, legato alla Basilica dell’Isola, e agli incontri con il clero diocesano. Per molti anni fu il francescano Padre Celestino Urbani a venire dal Monte Mesma per le confessioni, ma poi fu lo stesso Don Giacomo ad assolvere questo delicato compito.
Fu sempre discretissimo e rispettoso del cammino della Comunità che servì generosamente con il suo ministero sacerdotale, celebrando quotidianamente la Santa Messa secondo il calendario monastico e facendoci amare anche le figure più caratteristiche della santità locale, da San Giulio a San Giuliano, fino… a Don Giuseppe Rossi da poco beatificato. Un posto speciale ebbe sempre San Clemente, patrono di Bellinzago, alla cui festa, finché gli fu possibile, non volle mai mancare per ritrovarsi con i suoi confratelli sacerdoti.
Ed è proprio nella Solennità di San Giulio che Don Giacomo, pur poco incline ad apparire in momenti così affollati, non rinunciava mai a intervenire prima dell’inizio della Santa Messa per salutare e ringraziare tutte le autorità e i gruppi presenti alla celebrazione. Per quanto lungo ed esauriente potesse apparire il suo elenco, non mancava mai di scusarsi nei confronti di tutti coloro, che, pur involontariamente, potesse avere omesso.
La sua principale caratteristica sacerdotale è stata certamente la preghiera. Oltre la celebrazione curata dell’Eucaristia amava trascorrere lunghe ore in cappella, davanti al Santissimo. Se gli si chiedevano preghiere, si poteva star certi che per lui era veramente un impegno da svolgere con cuore sacerdotale. Emerge dai ricordi più lontani una sera in cui per l’ora di cena non lo si era visto.
La portinaia, mandata a cercarlo, lo trovò in ginocchio sul pavimento della cappella davanti al Bambino Gesù di gesso. Era il periodo natalizio. La sua giustificazione per il ritardo fu: come potevo lasciarlo lì da solo?!
Non mancarono anche vicende dolorose nella sua vita sacerdotale, legate proprio a persone che aveva a lungo beneficato, ma non conservò mai in cuore amarezza o risentimento.
A poco a poco, col tempo, dovette lasciare Alpiolo e continuò il suo ministero fra noi diventando un saldo punto di riferimento anche per i nostri ospiti che volentieri si confessavano da lui. Venne poi anche il tempo in cui durante la Santa Messa quotidiana si limitò a concelebrare accogliendo sempre con tanta gioia ed entusiasmo i sacerdoti ospiti o di passaggio presenti. E quando anche scendere la domenica in Basilica divenne per lui troppo gravoso, accettò volentieri di celebrare la Messa in cappella per le sorelle che in modo costante o anche solo per motivi di salute occasionali vi prendevano parte non potendo unirsi al resto della Comunità in Basilica alle ore 11. In tale occasione era sempre molto grato a coloro che erano presenti e accoglieva con tanta riconoscenza la presenza delle sorelle che gli porgevano qualche aiuto durante la celebrazione. Con affetto ricordava e salutava sempre le malate; le sue parole durante l’omelia, anche se talora ormai brevi, erano sempre perfettamente intonate con la liturgia del giorno e lasciavano trasparire tanto fervore e desiderio di poter donare tutto ciò che aveva in cuore da lasciare sempre edificati gli uditori.
Particolarmente commovente fu la sua presenza in Basilica in occasione della Santa Messa nel giorno del cinquantesimo di fondazione, l’11 ottobre 2023. Non solo volle giungervi, pur con tanta fatica, ma non rinunciò a salire i gradini dell’altare per ricevere con gli altri sacerdoti – al momento della Comunione – il Corpo e il Sangue di Cristo, quasi per suggellare con quel gesto tutti quegli anni in cui a partire dal primo giorno aveva servito con fedeltà e generosità la Comunità. Don Giacomo era fiero della sua identità di sacerdote diocesano e per questo non ha mai voluto divenire oblato benedettino, ma…il Signore l’ha chiamato a sé proprio nel giorno del patrono degli oblati, Sant’Enrico!
Nell’ultimo periodo, quello dell’infermità, tutte noi costatammo in lui il crescere di una serenità che lo rendeva amabile e grato per ogni gesto di delicatezza. Diveniva giorno dopo giorno preghiera lui stesso. Come non commuoversi quando la Madre, portandogli l’Eucaristia, lo vedeva prostrarsi in ginocchio, pieno di riverenza e gratitudine? Tutto il passato, con le inevitabili fatiche, si è placato nella dolce serenità di chi attende solo il compimento della sua missione terrena fra le braccia del suo Signore e Dio.
In questi ultimi giorni per lui più faticosi ci è stato riferito che non solo la parrocchia di Alpiolo, ma anche le parrocchie e le comunità più vicine all’Isola, venute a conoscenza delle condizioni ancor più precarie del nostro cappellano, non hanno mancato di ricordarlo e di pregare più volte per lui con tanto affetto e commozione, rivelando così ancora una volta la riconoscenza di tante persone per i numerosi gesti di bontà, comprensione, sostegno e vicinanza manifestati da Don Giacomo nel corso del suo lungo e fecondo ministero.
Inoltre moltissimi sono stati i sacerdoti che l’hanno visitato e hanno pregato con lui: una vera, santa processione che l’ha sostenuto proprio nell’suo ultimo tratto di strada verso la Gerusalemme celeste.
La Madre Abbadessa e la Comunità dell’Abbazia «Mater Ecclesiæ» – Isola San Giulio (NO)
Madre Cànopi, don Bagnati e il vescovo Del Monte negli anni ’70 (Foto www.benedettineisolasangiulio.org)