mercoledì, luglio 24, 2024

Fuochi d'Artificio a Orta San Giulio Agosto 2024


Si terrà venerdì 9 agosto La notte romantica di Orta San Giulio che colorerà lo specchio d'acqua tra l'Isola di San Giulio ed il salotto del borgo, piazza Motta, di luci, colori e musica.
L'appuntamento era inizialmente previsto per sabato 22 giugno ma era stato rimandato a causa delle previsioni meteorologiche sfavorevoli.
Lo spettacolo comincerà alle ore 22 con accesso libero e gratuito. Visto l'enorme successo che la manifestazione riscuote vi consigliamo di arrivare a Orta con largo anticipo ed attendere i fuochi visitando il paese o concedendosi una cena o un aperitivo in una delle tante attività che si affacciano sul lago.

mercoledì, luglio 17, 2024

Il Ricordo di Don Giacomo Bagnati Scritto dalle Monache dell’Isola


Abbiamo pensato di condividere questo commosso ricordo di Don Giacomo Bagnati, scomparso pochi giorni fa, scritto dalle monache dell’Isola, con le quali ha condiviso un lungo tratto di strada.

Quando l’11 ottobre 1973 Madre Anna Maria Cànopi con le sorelle che l’accompagnavano arrivò ad Orta per imbarcarsi verso l’Isola di S. Giulio, ad attendere la piccola comitiva, con il vescovo ausiliare Mons. Francesco Franzi e altri sacerdoti, vi era anche Don Giacomo Bagnati, designato dal vescovo di Novara Mons. Del Monte come prevosto della Basilica e cappellano del nascente monastero «Mater Ecclesiae». Iniziò quel giorno, a dispetto della evidente precarietà di quei modesti inizi, una grande avventura spirituale che ancora – per grazia di Dio – continua fiorire.

La vicenda umana e religiosa di Don Giacomo è tutta segnata proprio dalla piccolezza che diviene spazio perché si manifesti l’onnipotenza dell’opera divina.

Terzo di sei fratelli di una modesta famiglia contadina di Bellinzago Novarese, si presentò alla luce così gracile che gli venne conferito al più presto il Santo Battesimo, tanto sembrava pronto ad andare in Cielo. Così cominciò la sua storia che lo vide raggiungere – pur nella precarietà del suo fragile fisico – il maestoso traguardo di 91 anni.

Il Signore lo chiamò prestissimo alla vita sacerdotale, già abbracciata dal fratello maggiore Felice. I genitori, con grandissimi sacrifici, da bravi cristiani, non si opposero alla chiamata e lasciarono che entrasse in seminario. Non solo. Fu proprio papà Mario che, caricato sulla canna Giacomino col suo povero bagaglio, lo portò pedalando da Bellinzago fino a Miasino. Il seminario si trasferì poi sull’Isola, proprio nell’edificio ora da noi occupato. Il Padre, infatti, ricordava ancora con lucidità il suo posto nella Cappella del seminario, la colonna del chiostro attorno a cui correvano e, soprattutto, il freddo terribile del dormitorio. I seminaristi, infatti, durante la passeggiata raccoglievano sassi che avrebbero poi fatto scaldare nella stufa, operazione proibita che rischiava una severa punizione… Il Signore, insomma, lo aveva legato fin da allora a questa Isola.

Con commozione molti anni dopo Don Giacomo ricordava che il giorno della sua ordinazione presbiterale, per gratitudine, riservò il primo bacio alle sue mani appena consacrate proprio a papà Mario come gesto di riconoscenza per quanto si era sacrificato per permettergli di raggiungere quel traguardo. Era il 29 giugno 1957, consacrante Mons. Gilla Vincenzo Gremigni.

Nel seminario minore ricopriva già il ruolo di vice rettore e insegnante di lettere, e nell’anno successivo venne nominato docente di liturgia dell’allora ex seminario San Gaudenzio di Novara. Sono gli anni non facili della contestazione, ma anche un periodo in cui si intrecciano per Don Giacomo importanti amicizie sacerdotali che dureranno una vita. Fra queste impossibile non citare quella con Don Artibano Di Coscio e, soprattutto, quella con Don Mario Airoldi che gli fu oltremodo carissimo.

A dire il vero la sua umiltà gli rendeva facile intrecciare rapporti cordiali con quanti incontrava. Aveva per tutti un saluto affabile che strappava la benevolenza anche a quanti – maldestro com’era con auto e barche – finiva a volte col danneggiare.

In comunità sono noti aneddoti comici, come quando riuscì a far affondare la barca di Don Angelo Villa in seguito a uno scontro fra natanti: le uniche imbarcazioni in acqua su tutto il lago.

Dal 1969 è nominato parroco di Carcegna e direttore della casa per sacerdoti anziani e malati di Miasino, incarico, quest’ultimo, che manterrà fino al 1980 e che comportò per lui la fatica di raggiungere l’Isola in barca per celebrare la Santa Messa per la comunità monastica alle 7,30.

I primi mesi con Madre Anna Maria furono sostenuti dalla grazia di una profonda intesa e del reciproco sostegno che aiutarono a superare le non poche difficoltà. Don Giacomo infatti teneva particolarmente al suo impegno pastorale, specialmente quello verso Alpiolo, legato alla Basilica dell’Isola, e agli incontri con il clero diocesano. Per molti anni fu il francescano Padre Celestino Urbani a venire dal Monte Mesma per le confessioni, ma poi fu lo stesso Don Giacomo ad assolvere questo delicato compito.

Fu sempre discretissimo e rispettoso del cammino della Comunità che servì generosamente con il suo ministero sacerdotale, celebrando quotidianamente la Santa Messa secondo il calendario monastico e facendoci amare anche le figure più caratteristiche della santità locale, da San Giulio a San Giuliano, fino… a Don Giuseppe Rossi da poco beatificato. Un posto speciale ebbe sempre San Clemente, patrono di Bellinzago, alla cui festa, finché gli fu possibile, non volle mai mancare per ritrovarsi con i suoi confratelli sacerdoti.

Ed è proprio nella Solennità di San Giulio che Don Giacomo, pur poco incline ad apparire in momenti così affollati, non rinunciava mai a intervenire prima dell’inizio della Santa Messa per salutare e ringraziare tutte le autorità e i gruppi presenti alla celebrazione. Per quanto lungo ed esauriente potesse apparire il suo elenco, non mancava mai di scusarsi nei confronti di tutti coloro, che, pur involontariamente, potesse avere omesso.

La sua principale caratteristica sacerdotale è stata certamente la preghiera. Oltre la celebrazione curata dell’Eucaristia amava trascorrere lunghe ore in cappella, davanti al Santissimo. Se gli si chiedevano preghiere, si poteva star certi che per lui era veramente un impegno da svolgere con cuore sacerdotale. Emerge dai ricordi più lontani una sera in cui per l’ora di cena non lo si era visto.

La portinaia, mandata a cercarlo, lo trovò in ginocchio sul pavimento della cappella davanti al Bambino Gesù di gesso. Era il periodo natalizio. La sua giustificazione per il ritardo fu: come potevo lasciarlo lì da solo?!

Non mancarono anche vicende dolorose nella sua vita sacerdotale, legate proprio a persone che aveva a lungo beneficato, ma non conservò mai in cuore amarezza o risentimento.

A poco a poco, col tempo, dovette lasciare Alpiolo e continuò il suo ministero fra noi diventando un saldo punto di riferimento anche per i nostri ospiti che volentieri si confessavano da lui. Venne poi anche il tempo in cui durante la Santa Messa quotidiana si limitò a concelebrare accogliendo sempre con tanta gioia ed entusiasmo i sacerdoti ospiti o di passaggio presenti. E quando anche scendere la domenica in Basilica divenne per lui troppo gravoso, accettò volentieri di celebrare la Messa in cappella per le sorelle che in modo costante o anche solo per motivi di salute occasionali vi prendevano parte non potendo unirsi al resto della Comunità in Basilica alle ore 11. In tale occasione era sempre molto grato a coloro che erano presenti e accoglieva con tanta riconoscenza la presenza delle sorelle che gli porgevano qualche aiuto durante la celebrazione. Con affetto ricordava e salutava sempre le malate; le sue parole durante l’omelia, anche se talora ormai brevi, erano sempre perfettamente intonate con la liturgia del giorno e lasciavano trasparire tanto fervore e desiderio di poter donare tutto ciò che aveva in cuore da lasciare sempre edificati gli uditori.

Particolarmente commovente fu la sua presenza in Basilica in occasione della Santa Messa nel giorno del cinquantesimo di fondazione, l’11 ottobre 2023. Non solo volle giungervi, pur con tanta fatica, ma non rinunciò a salire i gradini dell’altare per ricevere con gli altri sacerdoti – al momento della Comunione – il Corpo e il Sangue di Cristo, quasi per suggellare con quel gesto tutti quegli anni in cui a partire dal primo giorno aveva servito con fedeltà e generosità la Comunità. Don Giacomo era fiero della sua identità di sacerdote diocesano e per questo non ha mai voluto divenire oblato benedettino, ma…il Signore l’ha chiamato a sé proprio nel giorno del patrono degli oblati, Sant’Enrico!

Nell’ultimo periodo, quello dell’infermità, tutte noi costatammo in lui il crescere di una serenità che lo rendeva amabile e grato per ogni gesto di delicatezza. Diveniva giorno dopo giorno preghiera lui stesso. Come non commuoversi quando la Madre, portandogli l’Eucaristia, lo vedeva prostrarsi in ginocchio, pieno di riverenza e gratitudine? Tutto il passato, con le inevitabili fatiche, si è placato nella dolce serenità di chi attende solo il compimento della sua missione terrena fra le braccia del suo Signore e Dio.

In questi ultimi giorni per lui più faticosi ci è stato riferito che non solo la parrocchia di Alpiolo, ma anche le parrocchie e le comunità più vicine all’Isola, venute a conoscenza delle condizioni ancor più precarie del nostro cappellano, non hanno mancato di ricordarlo e di pregare più volte per lui con tanto affetto e commozione, rivelando così ancora una volta la riconoscenza di tante persone per i numerosi gesti di bontà, comprensione, sostegno e vicinanza manifestati da Don Giacomo nel corso del suo lungo e fecondo ministero.

Inoltre moltissimi sono stati i sacerdoti che l’hanno visitato e hanno pregato con lui: una vera, santa processione che l’ha sostenuto proprio nell’suo ultimo tratto di strada verso la Gerusalemme celeste.

La Madre Abbadessa e la Comunità dell’Abbazia «Mater Ecclesiæ» – Isola San Giulio (NO)

Madre Cànopi, don Bagnati e il vescovo Del Monte negli anni ’70 (Foto www.benedettineisolasangiulio.org)


martedì, luglio 16, 2024

A San Maurizio una Mostra ed una Conferenza Dedicata al Bagno

 

Inaugurazione della Mostra a San Maurizio d’Opaglio

Mercoledì 17 luglio a San Maurizio d’Opaglio (NO) si terrà la conferenza dal titolo "FARE, FORMARE, PROGETTARE: i tre pilastri dell’innovazione nella rubinetteria sanitaria". L'evento, che segna l'inaugurazione di una Mostra dedicata a una selezione di copertine della rivista "Il Bagno Oggi e Domani", vedrà la partecipazione di istituzioni, enti, associazioni, architetti e designer.

L'Importanza della Stanza da Bagno

Considerata una delle innovazioni più rilevanti nella storia dell’umanità, la stanza da bagno ha affiancato i cambiamenti epocali dei costumi e della società. A partire dagli anni Settanta, il design ha iniziato a trasformare gradualmente questo spazio, rivoluzionandone la percezione e l'uso.

La Rivista "Il Bagno Oggi e Domani"

Fondata negli anni Settanta per comprendere e documentare questa evoluzione, la rivista "Il Bagno Oggi e Domani" è diventata una voce autorevole nel settore. Oscar G. Colli, figura emblematica e co-fondatore, ha accompagnato la rivista in tutti questi anni, contribuendo alla diffusione della cultura del bagno. La rivista è stata registrata alla fine del 1973 e il primo numero è uscito all'inizio del 1974, continuando la sua pubblicazione fino ad oggi.

La Mostra al Museo del Rubinetto e della sua Tecnologia

Negli spazi del Museo del Rubinetto e della sua Tecnologia di San Maurizio d’Opaglio, la Mostra ripercorre mezzo secolo di storia editoriale e della stanza da bagno attraverso l'esposizione delle più significative copertine della rivista. Questo evento celebra l'eccellenza della rubinetteria sanitaria italiana, con una selezione di copertine datate novembre 2023, che coinvolgono le più importanti aziende storiche del distretto industriale.

Dettagli della Mostra

La Mostra sarà aperta dal 17 luglio al 22 settembre con i seguenti orari:

  • Venerdì, Sabato e Domenica: dalle 15:00 alle 18:00.

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare il numero 0323 89622 o inviare un'email a ecomuseo@lagodorta.net.

La Conferenza Inaugurale

L’inaugurazione della Mostra sarà preceduta da una conferenza presso il Teatro degli Scalpellini, con inizio alle ore 14:00. La conferenza sarà moderata da Oscar G. Colli, Cristina Mandrini e Engarda Giordani. Durante l'evento, si discuteranno i tre grandi temi dell'evoluzione della rubinetteria: FARE, FORMARE, PROGETTARE.

Interventi e Partecipanti

Sul tema del “fare” interverranno:

  • Maurizio Bellosta, Vice Presidente AVR
  • Elia Vismara, Presidente Assobagno
  • Antonella Andriani, Vice Presidente ADI

Sul tema del “formare” interverranno:

  • Eliana Baici, Professore Ordinario di Politica Economica dell’Università del Piemonte Orientale
  • Francesca Ferrandi, Direttore della Fondazione Academy
  • Lucia Ferraris, Presidente dell’Ordine degli Architetti Paesaggisti di Novara e VCO

Partecipano al dibattito sul tema del “progettare”:

  • Francesco Lucchese
  • Marco Pisati
  • Marco Piva

Saluti e Interventi

Porteranno i saluti:

  • Maurizio Ronchi, Sindaco di San Maurizio d’Opaglio
  • Marina Chiarelli, Assessore alla Cultura, al Turismo, Pari Opportunità e Politiche Giovanili della Regione Piemonte
  • Andrea Del Duca, Direttore del Museo del Rubinetto e della sua Tecnologia
  • Gianni De Bernardi, Presidente di Eco Museo del Lago d’Orta e Mottarone

La Mostra e la Conferenza sono organizzati dalla rivista "Il Bagno Oggi e Domani" in collaborazione con il Museo del Rubinetto e della sua Tecnologia. L'evento è promosso da Engarda Giordani Comunicazione e Marketing e patrocinato dal Comune di San Maurizio d’Opaglio e da Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone.

lunedì, luglio 15, 2024

Scomparso a Orta Don Giacomo Bagnati


Sabato 13 luglio 2024 è venuto a mancare a 91 anni l'amatissimo Don Giacomo Bagnati, storico cappellano dell’abbazia Mater Ecclesiae di Orta San Giulio. Il funerale si terrà oggi, lunedì 15 luglio alle ore 15.

Don Giacomo nacque il 14 maggio 1933 a Bellinzago Novarese. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1957 a Novara da mons. Gilla Vincenzo Gremigni, iniziò la sua attività come vice rettore nel Seminario di Miasino, dove insegnava Lettere. Nel 1958, fu trasferito come vice rettore al Seminario maggiore di Novara, dove collaborò fino al 1969 con mons. G. De Lorenzi. Dal 1972 al 1980, fu parroco di Carcegna e direttore della Casa del Clero di Miasino.

Nel 1973, don Giacomo assunse il ruolo di cappellano del Monastero Mater Ecclesiae all’Isola di San Giulio di Orta, diventandone anche parroco. Affiancò Madre Anna Maria Canopi e le prime consorelle, che nel 1973 fondarono la nuova comunità monastica. Don Giacomo ha mantenuto questo ruolo fino alla sua morte, nonostante la salute precaria.

La Liturgia funebre sarà presieduta dal Vescovo Franco Giulio e si terrà presso la Basilica dell’Isola di San Giulio. La salma sarà tumulata nel cimitero di San Filiberto di Pella. Le Monache dell’Abbazia e tutta la comunità elevano le loro preghiere affinché il Signore accolga l’anima di don Giacomo e lo ricompensi per il suo fedele servizio alla Chiesa diocesana.
OrtaBlog si unisce ai tanti fedeli che hanno conosciuto Don Giacomo porgendo le sue condoglianze ai famigliari.

Foto www.benedettineisolasangiulio.org

sabato, luglio 13, 2024

Mostra “Pax”: Omar Hassan alla Cappella Nuova al Sacro Monte di Orta San Giulio


La Fondazione Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini invita, sabato 13 luglio alle 16 all’inaugurazione della mostra “Pax”, allestita presso la scenografica location della Cappella Nuova, detta anche “Cappella delle Creature” al Sacro Monte di Orta San Giulio. In esposizione, fino al 13 ottobre, alcune opere di Omar Hassan. La Cappella appartiene alla fase estrema del cantiere del Sacro Monte di San Francesco. Ultima a essere costruita (1788-1795) grazie ai proventi derivati dalla vendita di buona parte dei beni immobili della Fabbrica, verrà lasciata incompiuta a causa del mutato scenario politico, solo la parte superiore dell’edificio neoclassico è stata portata a compimento, mentre non verrà mai eseguito il gruppo plastico inizialmente concepito per decorarne l’interno. Il progetto è dell’architetto Giulio Francesco Santini di Lagna. All’interno di questo piccolo gioiello, patrimonio UNESCO, l’artista Italo-Egiziano di fama internazionale riproporrà la celebre scultura “Pax”, la famosa dea alata, ma questa volta in dolce attesa e sorretta da 128 guantoni da boxe (gli stessi guantoni utilizzati da Hassan per realizzare tutti i suoi quadri). L’opera è stata esposta per quasi l’intero anno 2023 presso il Palazzo più antico d’Europa: il Palazzo Reale, patrimonio UNESCO, di Palermo, più conosciuto come Palazzo dei Normanni. Oggi, qui al Sacro Monte, la scultura “Pax” vuole dare speranza e vita ad un luogo dove l’arte era respiro e vera espressione storica. All’ultimo piano della Cappella invece verranno esposti due quadri della celebre serie Breaking Through Black e, attraverso uno schermo, i rispettivi video di realizzazione.


OMAR HASSAN Ex pugile e grande artista, vede nel gesto del combattimento una metafora di vita e la trasforma in arte. Hassan oggi è andato oltre e ha rilevato la sua profonda sensibilità e le sue grandi doti umane. «Sono onorato – dice Omar Hassan - di essere il primo ad esporre in un’opera così importante rimasta incompiuta, qui il senso della nostra contemporaneità è proprio quello di far rivivere l’arte che un tempo qualcuno non poté perseguire in dialogo con i nostri tempi, con i precedenti e con quelli che verranno. Il Cantico delle Creature, quale nome più azzeccato per la mia PAX incinta!? Una Nike di Samotracia in dolce attesa di vincere nuovamente nell’infinita ricerca del bello e della Pace!»
«Come Fondazione Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini – commenta Andre Giacomini, presidente della Fondazione dedicata al padre Alberto - sono lieto e felice di iniziare le mostre nella Cappella Nuova con le opere dell’artista internazionale e caro e sincero amico Omar Hassan, con la sua splendida “famiglia multietnica”, con il quale la Fondazione ha già collaborato alla mostra sua personale al Pan di Napoli e al Palazzo delle Stelline di Milano, oltre che nelle due edizioni di “SOS HUMANITY”; il messaggio che la sua opera PAX trasmette con la sua Nike incinta della pace, è sicuramente centrato nel periodo storico che stiamo vivendo, e sulle speranze e aspettative che noi tutti e tutto il mondo abbiamo, oltre al fatto che è sicuramente il messaggio che San Francesco, e siamo al Sacro Monte dedicato a lui e patrimonio dell’UNESCO, meglio trasmetteva e la pace e l’armonia tra tutte le creature e il creatore. Cosi come i suoi punti luce rimandano e richiamano alla luce dello stesso creatore. La tutela della pace, del bello, del buono e dell’armonia tra natura e uomo e tra tutte le creature, è sicuramente il merito degli sforzi, per quanto difficili e complicati, verso cui tutti dobbiamo spingere con il massimo delle energie anche i nostri sforzi e i nostri impegni, cosi come possono simboleggiare i guantoni da boxe che stanno ai loro piedi. Un round, o meglio più round, per conseguire il bene comune e la pace di tutti, questo è il ring, la Cappella Nuova del Sacro Monte d’Orta, “il cantico delle creature” a cui tutte le creature ci invitano e che speriamo noi uomini tutti insieme possiamo vincere al più presto. Un ringraziamento particolare va alla Presidente dell’Ente Sacri Monti patrimonio UNESCO, Francesca Giordano, alla Sovrintendenza, ai Frati Francescani, nella persona di Fra’ Maggiorino, al Comune di Orta San Giulio nella persona della Sindaca Elisabetta Tromellini e a tutte le istituzioni coinvolte.»

Immagini di Riccardo Morvillo