La notizia è da far invidia a paesi dove il termine 'libertà' è pura utopia. Eppure, anche nella democratica Italia, uno storico siciliano, tal Carlo Ruta, pare essere stato condannato da un giudice per 'stampa clandestina' per non aver registrato il suo sito web (www.accadeinsicilia.net), ma chiamiamolo pure blog, come testata giornalistica, ciò pur essendo stata comprovata la non periodicità regolare del medesimo.
Siamo quindi a chiederci, e a chiedere a Voi che ci leggete, se chi scrive in rete per piacere personale o per amore di un qualsiasi argomento deve rischiare multe e condanne.
Chi di Voi porterà le arance in cella ad OrtaBlog?
Per conoscere meglio la vicenda vi rimando a questo articolo sul sito de La Stampa.
Siamo quindi a chiederci, e a chiedere a Voi che ci leggete, se chi scrive in rete per piacere personale o per amore di un qualsiasi argomento deve rischiare multe e condanne.
Chi di Voi porterà le arance in cella ad OrtaBlog?
Per conoscere meglio la vicenda vi rimando a questo articolo sul sito de La Stampa.
5 commenti:
Evviva la libertà di espressione!
Viene la pelle d'oca a pensare che una Costituzione ben fatta come la nostra sia calpestata e ridotta a carta straccia. Nella bozza originale della Costituzione era previsto un articolo (poi cassato nella scrittura definitiva) che prevedeva il "diritto di ribellione" del cittadino ai governanti divenuti "tiranni", e veniva appoggiato dalla DC e dal PCI. Tupini, un Padre Costituente della DC, lo defini un principio "Cristiano". Sarebbe il caso di ripensarne l'inserimento?
Per le arance non preoccupatevi, io, e molti altri spero, vi riempiremo la cella di agrumi. Tarocco o Vaniglia? Che qualità preferite?
Dom
Nel caso specifico, lo storico aveva la colpa di aver pesantemente attaccato un magistrato.
Forse per questo è diventato l'unico blogger europeo (non conto la Russia e la Bielorussia) ad essere stato condannato per "stampa clandestina"?
Sicuramente a monte della condanna ci sarà stato qualcosa che ha dato adito ad una condanna così singolare. Purtroppo però invece di una banale, e forse motivata, denuncia per diffamazione si è arrivati ad una condanna che può far da precedente ad iniziative analoghe. Se Domenico penserà agli agrumi propongo ad Alfa un patto per fornire al primo blogger ingabbiato una torta farcita di lima per evasioni!
E' chiaro che nel caso specifico il giudice ha applicato la legge.
Però, quando una legge di questo genere è largamente inapplicata e nei fatti inapplicabile, diventa una spada di Damocle sulla libertà di espressione e parola.
Qualunque blogger, se da fastidio, potrebbe vedersi chiamato in giudizio non già con l'accusa di aver detto il falso, ma di aver detto (magari) la verità senza le necessarie marche da bollo.
Come preferisci la torta, a parte la "farcitura speciale"?
Si tratta di un accanimento veramente inspiegabile, almeno alla luce dei fatti che conosciamo. Credo che il reato sia stato gestito con deliberata durezza, per questioni + o - personali. Un'accusa per diffamazione sarebbe stata la strada più equilibrata, ma forse l'accusato aveva visto giusto e poteva portare prove circonstanziate delle sue affermazioni, e allora... giù martellate! Facciamo in modo che quelle prove non contino più.
Certo che tutto questo, sommato alle notizie di ieri sulle collusioni tra mafia, magistratura (scritto minuscolo apposta) e massoneria (anche questo) in sicilia (quella sicilia non merita la maiuscola), dà da pensare.
Allegri! Il sistema mafioso che regge l'Italia intera durerà a lungo, anzi a lunghissimo. Prepariamoci o rassegnamoci.
Dom
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