«A volte, se si hanno bambini piccoli, si tende a non portarli alle mostre perché si pensa possano annoiarsi o possano non capire, ma anche davanti ad un’arte che si potrebbe definire astratta, i bambini hanno raccontato quello che hanno visto in modo chiaro. Bisogna dar loro le chiavi di lettura giuste per fargli amare sempre di più l’arte contemporanea – il commento di Alessia Legart che spiega - C’è stata una buona partecipazione con la presenza di 18 bambini e 35 genitori che sono stati accompagnati da Marco Dabbene a visitare le opere dell’artista Sergio Floriani. L’esperienza più bella che hanno vissuto è stata sicuramente la possibilità di toccare alcune delle opere in esposizione che, essendo in metallo, non si possono rovinare. Erano molto incuriositi dal fatto che alcune riflettevano la luce, è stato per tutti loro un bellissimo momento, ammagliati da questi effetti. Sono stati molto bravi perché è stato spiegato loro che potevano toccarne solo alcune e loro hanno seguito le indicazioni molto attentamente! Il lavoro dell’artista è basato sulle impronte digitali, le sue e anche quelle frutto della sua ricerca fatta in alcuni paesi e città. Floriani, ingrandendo all’esasperazione queste impronte digitali e creando effetti particolari, le ha poi riportate su vari materiali, dalla carta giapponese al metallo, al legno. Ecco allora che i bambini hanno confrontato le loro impronte digitali con quelle dell’artista, poi, durante il laboratorio, partendo proprio dall’impronta ingrandita dell’artista, hanno realizzato una loro opera d’arte, ovvero cosa vedevano loro all’interno dell’impronta? Creando poi suggestioni molto particolari che hanno applicato successivamente su un supporto a cerchio, figura geometrica utilizzata da Floriani come fossero cerchi dell’acqua». Il laboratorio era aperto ai bambini dagli 8 ai 12 anni, ma in effetti è stato esteso all’età dai 5 ai 14 anni per permettere che anche i fratelli e le sorelle potessero partecipare.
«Come Fondazione Cavaliere del Lavoro – ha detto Andrea Giacomini - siamo lieti di questa iniziativa e non poteva mancare una nuova collaborazione con la Galleria Legart iniziata nel 2020 con la mostra di Paz Blandina sul Lago d’Orta presso Villa Gippini all’Hotel San Rocco. Anche in quell’occasione non solo si era creato già il primo link di Arte tra Novara e il Lago d’Orta, ma si erano dati importanza e rilievo ai piccoli visitatori con un laboratorio e un incontro a bordo lago con l’artista. Sono particolarmente felice del numeroso afflusso di bambini e genitori che hanno accolto l’invito in quanto le mostre organizzate dalla Fondazione, come SOS Humanity, sono volte a dare la possibilità a tutti di goderne e per una maggiore fruizione dell’arte e dei luoghi del territorio a tutti i suoi cittadini e turisti, grandi e piccoli. L’attenzione ai bambini e il loro avvicinamento all’arte è una cosa assai gradita e una missione per noi considerando che mi ricorda quando sin da piccolino, in braccio a mio padre, attraversavamo i corridoi di casa mostrandomi e raccontandomi le immagini e le opere. È un ricordo bellissimo che porto nel cuore e che sicuramente ha contribuito nella mia crescita ad alimentare la passione e la curiosità verso l’arte, le persone, la loro forma di espressione e il rispetto verso ognuna di esse. Il tipico rispetto e curiosità con cui si avvicina ogni bambino all’arte, dando sfogo alla sua libertà creativa, di pensiero, di espressione e alla sua intelligenza istintiva. Questo è ciò che umilmente ci prefiggiamo di poter continuare a fare considerando che per noi “più Arte” vuol dire più Cultura e anche più Rispetto, in tutte le sfaccettature, che sia verso l’uomo e/o la Natura».
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