mercoledì, maggio 11, 2016

Viabilità e Rumore: Un Serio Problema per il Cusio


Non solo la frequenza e il rumore dei treni merci, ma anche quella dei tanti, troppi camion che percorrono la Sr 229 del Lago d’Orta: il litorale orientale è cinto d’assedio, in pratica la ‘fetta’ di territorio tra il lago, la strada regionale e la ferrovia.
Un problema che conosce orario e che di notte disturba il sonno di abitanti e turisti.


Oreste Primatesta, presidente dell’Unione Turistica Lago d’Orta, quest’anno è particolarmente preoccupato: “Abbiamo già ricevuto mail di turisti che si lamentano del problema, e non possiamo dar loro torto. Problemi che perdurano da anni e che non hanno mai ricevuto risposta: altro brutto esempio della poca attenzione e sensibilità che, in Italia, si ha nei confronti di un turismo che vuol camminare insieme al territorio, valorizzarne le bellezze ambientali e naturali, costruire sinergie nel segno della sostenibilità… e tutto finisce con il rumore, assordante, di un treno in corsa o di un camion che percorre – spesso a gran velocità – la principale arteria viaria del nostro lago”.
Per questo, Primatesta chiede “un’ampia collaborazione da parte degli enti territoriali, in particolare la condivisione e la sensibilità dei sindaci: ci aiutino a portare le istanze del turismo sul tavolo di chi si deve occupare di affrontare e risolvere questi problemi. Insomma, serve sensibilità. Di certo, promuovere nella sua interezza il Lago d’Orta diventa difficile se poi i turisti si trovano a dover fare i conti con rumore e mezzi pesanti”.

Il problema si è acutizzato con l’apertura della nuova galleria di Gravellona Toce, che rende più appetibile e semplice l’accesso viario al Cusio e il collegamento con la vicina pianura novarese: in molti, per evitare il pedaggio alla barriera di Arona, scendono direttamente dall’Ossola ed entrano in autostrada a Borgomanero. 
Il problema è molto sentito a Pettenasco, centro urbano che, di fatto, è tagliato in due da ferrovia e strada regionale: sulla stessa si affaccia anche la maggioranza delle strutture ricettive, compresi i campeggi. Le soluzioni? Ci sono: barriere antirumore a lato della ferrovia e limitazione del traffico dei mezzi pesanti sulla lacuale, magari studiando agevolazioni per la percorrenza dell’autostrada A26 da parte degli stessi”.

C’è poi il paradosso: “Sì, perché se da un lato i camion hanno facile accesso sulla lacuale, molto spesso i bus dei turisti che debbono percorrere la via delle Due Riviere (per recarsi nelle strutture dei paesi in altura e, da questi, raggiungere il lago) sono impossibilitati ad attraversare la ferrovia a causa delle ristrette dimensioni del vecchio sottopasso di Legro. Già lo scorso anno avevamo sottolineato il problema, ma nessuno ha fatto nulla per poterlo risolvere.” Peraltro, il rifacimento del sottopasso di Legro è un tema che si protrae ormai da trent’anni: “Se ne parlava già negli Anni Ottanta, si è persino steso un progetto ma non si è mai fatto nulla di concreto: adesso è tempo di ascoltare la voce del territorio e di chi crea economia in quello che è il settore trainante per un gran numero di microimprese, come appunto il turismo. Ed è una voce che non può restare inascoltata”.

I turisti vanno incoraggiati e il turismo sostenuto. Non il contrario. Non chiediamo soldi pubblici a nessuno (anzi, apportiamo risorse grazie alle tasse di soggiorno che riscuotiamo e versiamo senza nulla trattenere), e la nostra stessa Unione Turistica nasce e si autofinanzia grazie all’impegno di operatori e imprenditori che “ci credono” e vogliono far molto per il loro territorio, dove lavorano e che amano loro stessi per primi. Ma vogliamo rispetto e pretendiamo di non essere ostacolati: una corretta politica dei trasporti è necessaria e va integrata allo sviluppo di un territorio che vive soprattutto di turismo e che è un’immagine positiva e unica delle bellezze culturali, paesaggistiche e storiche in Italia e nel mondo come, appunto, è il Lago d’Orta.”.

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