Il progetto di giardino formale di rose è firmato da Michael Marriott, ed è l’unico progetto fino ad ora realizzato in Italia dall’esperto mondiale di rose e paesaggista di fama internazionale.
È un rettangolo di prato che misura 15 metri per 22 e che Marriott ha impreziosito contornandolo con una serie di aiuole di forma triangolare che riprendono le geometrie dei tetti di Villa Adua, che fu progettata nel 1954 dall’architetto Gino Bozzetti.
Tra le rose presenti c’è la celebre “Celest”, una rosa del 1719, oltre ai 638 rosai che circondano il perimetro dell’Anfiteatro con colori che vanno dal bianco al crema, per passare ai gialli e al color albicocca, e ancora all’arancione e alle varietà di rosa, fino al fucsia. Sono tutte rose David Austin. Sono invece 324 i rosai che costituiscono la parte formale del palcoscenico ideato da Marriott.
Il presidente della Fondazione, Andrea Giacomini, specifica che «Attualmente al mondo esistono solo altri due Anfiteatri di Rose, uno si trova a Portland, negli Stati Uniti, ed è l’Anfiteatro dell’International Rose Test Garden, e l’altro in Bulgaria ed è situato nel Damascena Ethnographc Complex. Quello di Villa Adua sarà completato il prossimo anno e ospiterà rappresentazioni teatrali di poesia, di musica classica e leggera, eventi cinematografici, e convegni sulla sostenibilità e il paesaggio».
«L’accesso all’anfiteatro e ai tre spicchi fino al palcoscenico naturale, avverrà tramite una scala progettata appositamente dall’Arch. Giancarlo Primatesta dello Studio Primatesta, per il progetto di Marriott – dice ancora Andrea Giacomini - La scala si muove a scendere in una serie di armoniose e delicate curve ricordando una stringa di DNA, ed è composta di gradini in massello lunghi 2 metri, larghi 70 cm e dallo spessore di 12cm , realizzati nei tre colori del serizzo delle cave locali, partendo da quello bianco per passare a quello nero e poi a quello grigio, come rappresentazione dell’evoluzione della Famiglia e dei suoi geni, come ho espressamente richiesto. Sono onorato che Michael e Giancarlo abbiano colto e rappresentato così egregiamente quello che per me doveva essere una discesa tra le carezze dei ricordi, degli affetti, dei sacrifici e del futuro, sia dei miei genitori che della Mia piccola famiglia di ora, e di quello che sapranno mettere in scena nel futuro i miei figli… sulle tracce di ciò che dalla Nostra Storia e da quella dei Nonni avranno colto!».