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giovedì, settembre 26, 2024

Convegno di Studi a Orta San Giulio


Si terrà venerdì 18 ottobre un convegno di studi, promosso dal Comune di Orta San Giulio, a cui prenderanno parte importanti e qualificati studiosi di diverse discipline. Il convegno si svolgerà all’Isola, all’interno della basilica altomedievale che sarà contenitore e contenuto di una riflessione a tutto campo su un luogo che ha “fatto” la storia del Cusio.
Il convegno si svolge in stretta collaborazione con l’abbazia Mater Ecclesiae e per questa grande disponibilità si ringrazia la madre abbadessa Maria Grazia.
L’amministrazione comunale di Orta - ha sottolineato la Sindaca Elisabetta Tromellini - sta attuando le linee programmatiche alla base del mandato elettorale ricevuto che, per il settore Cultura, prevedono un’azione di rilancio di studi di alto profilo e che abbiano come focus gli aspetti storici, artistici, paesaggistici del territorio. Su questi fondamenti culturali – ha concluso la Sindaca - si basa l’identità particolare del luogo, che si desidera strettamente collegare a una promozione turistica che spazi in una temporalità non solo stagionale”.
L’incontro di studi ha coinvolto rappresentanti di istituzioni con le quali il Comune ha iniziato a dialogare per attuare alcuni suoi progetti, anche a tutela del patrimonio artistico e documentario, quali il Ministero beni culturali/soprintendenza storico artistica del Piemonte, l’Ufficio beni culturali della diocesi di Novara, l’Archivio storico diocesano di Novara, la Fondazione architetto Enrico Monti, etc
I relatori, altamente qualificati per titoli, studi e curriculum, affronteranno il tema dell’Isola da vari aspetti, per tracciarne un profilo che spazierà dalle fonti archivistiche, liturgiche, storiche all’analisi degli aspetti artistici, per un arco temporale che andrà dall’antichità al secolo XVIII.
Il convegno - ha evidenziato Fiorella Mattioli, Consigliera comunale con delega alla Cultura - si pone così nella linea dei grandi appuntamenti che dagli anni sessanta ai primi anni del duemila il Comune di Orta ha promosso in ambito storico artistico, dal convegno del 1962 sul millenario di Guglielmo di Volpiano, al “Medioevo in cammino” del 1987, che ha portato l’attenzione degli studiosi europei sul tema del pellegrinaggio medievale, al convegno sui pittori Giorgio Bonola nel 2000 e Luca Rossetti, illustri esponenti dell’arte barocca, nel 2012. Intendiamo quindi, con questo primo convegno - ha concluso Mattioli - riprendere un cammino che per troppi anni è stato purtroppo abbandonato”.

mercoledì, luglio 17, 2024

Il Ricordo di Don Giacomo Bagnati Scritto dalle Monache dell’Isola


Abbiamo pensato di condividere questo commosso ricordo di Don Giacomo Bagnati, scomparso pochi giorni fa, scritto dalle monache dell’Isola, con le quali ha condiviso un lungo tratto di strada.

Quando l’11 ottobre 1973 Madre Anna Maria Cànopi con le sorelle che l’accompagnavano arrivò ad Orta per imbarcarsi verso l’Isola di S. Giulio, ad attendere la piccola comitiva, con il vescovo ausiliare Mons. Francesco Franzi e altri sacerdoti, vi era anche Don Giacomo Bagnati, designato dal vescovo di Novara Mons. Del Monte come prevosto della Basilica e cappellano del nascente monastero «Mater Ecclesiae». Iniziò quel giorno, a dispetto della evidente precarietà di quei modesti inizi, una grande avventura spirituale che ancora – per grazia di Dio – continua fiorire.

La vicenda umana e religiosa di Don Giacomo è tutta segnata proprio dalla piccolezza che diviene spazio perché si manifesti l’onnipotenza dell’opera divina.

Terzo di sei fratelli di una modesta famiglia contadina di Bellinzago Novarese, si presentò alla luce così gracile che gli venne conferito al più presto il Santo Battesimo, tanto sembrava pronto ad andare in Cielo. Così cominciò la sua storia che lo vide raggiungere – pur nella precarietà del suo fragile fisico – il maestoso traguardo di 91 anni.

Il Signore lo chiamò prestissimo alla vita sacerdotale, già abbracciata dal fratello maggiore Felice. I genitori, con grandissimi sacrifici, da bravi cristiani, non si opposero alla chiamata e lasciarono che entrasse in seminario. Non solo. Fu proprio papà Mario che, caricato sulla canna Giacomino col suo povero bagaglio, lo portò pedalando da Bellinzago fino a Miasino. Il seminario si trasferì poi sull’Isola, proprio nell’edificio ora da noi occupato. Il Padre, infatti, ricordava ancora con lucidità il suo posto nella Cappella del seminario, la colonna del chiostro attorno a cui correvano e, soprattutto, il freddo terribile del dormitorio. I seminaristi, infatti, durante la passeggiata raccoglievano sassi che avrebbero poi fatto scaldare nella stufa, operazione proibita che rischiava una severa punizione… Il Signore, insomma, lo aveva legato fin da allora a questa Isola.

Con commozione molti anni dopo Don Giacomo ricordava che il giorno della sua ordinazione presbiterale, per gratitudine, riservò il primo bacio alle sue mani appena consacrate proprio a papà Mario come gesto di riconoscenza per quanto si era sacrificato per permettergli di raggiungere quel traguardo. Era il 29 giugno 1957, consacrante Mons. Gilla Vincenzo Gremigni.

Nel seminario minore ricopriva già il ruolo di vice rettore e insegnante di lettere, e nell’anno successivo venne nominato docente di liturgia dell’allora ex seminario San Gaudenzio di Novara. Sono gli anni non facili della contestazione, ma anche un periodo in cui si intrecciano per Don Giacomo importanti amicizie sacerdotali che dureranno una vita. Fra queste impossibile non citare quella con Don Artibano Di Coscio e, soprattutto, quella con Don Mario Airoldi che gli fu oltremodo carissimo.

A dire il vero la sua umiltà gli rendeva facile intrecciare rapporti cordiali con quanti incontrava. Aveva per tutti un saluto affabile che strappava la benevolenza anche a quanti – maldestro com’era con auto e barche – finiva a volte col danneggiare.

In comunità sono noti aneddoti comici, come quando riuscì a far affondare la barca di Don Angelo Villa in seguito a uno scontro fra natanti: le uniche imbarcazioni in acqua su tutto il lago.

Dal 1969 è nominato parroco di Carcegna e direttore della casa per sacerdoti anziani e malati di Miasino, incarico, quest’ultimo, che manterrà fino al 1980 e che comportò per lui la fatica di raggiungere l’Isola in barca per celebrare la Santa Messa per la comunità monastica alle 7,30.

I primi mesi con Madre Anna Maria furono sostenuti dalla grazia di una profonda intesa e del reciproco sostegno che aiutarono a superare le non poche difficoltà. Don Giacomo infatti teneva particolarmente al suo impegno pastorale, specialmente quello verso Alpiolo, legato alla Basilica dell’Isola, e agli incontri con il clero diocesano. Per molti anni fu il francescano Padre Celestino Urbani a venire dal Monte Mesma per le confessioni, ma poi fu lo stesso Don Giacomo ad assolvere questo delicato compito.

Fu sempre discretissimo e rispettoso del cammino della Comunità che servì generosamente con il suo ministero sacerdotale, celebrando quotidianamente la Santa Messa secondo il calendario monastico e facendoci amare anche le figure più caratteristiche della santità locale, da San Giulio a San Giuliano, fino… a Don Giuseppe Rossi da poco beatificato. Un posto speciale ebbe sempre San Clemente, patrono di Bellinzago, alla cui festa, finché gli fu possibile, non volle mai mancare per ritrovarsi con i suoi confratelli sacerdoti.

Ed è proprio nella Solennità di San Giulio che Don Giacomo, pur poco incline ad apparire in momenti così affollati, non rinunciava mai a intervenire prima dell’inizio della Santa Messa per salutare e ringraziare tutte le autorità e i gruppi presenti alla celebrazione. Per quanto lungo ed esauriente potesse apparire il suo elenco, non mancava mai di scusarsi nei confronti di tutti coloro, che, pur involontariamente, potesse avere omesso.

La sua principale caratteristica sacerdotale è stata certamente la preghiera. Oltre la celebrazione curata dell’Eucaristia amava trascorrere lunghe ore in cappella, davanti al Santissimo. Se gli si chiedevano preghiere, si poteva star certi che per lui era veramente un impegno da svolgere con cuore sacerdotale. Emerge dai ricordi più lontani una sera in cui per l’ora di cena non lo si era visto.

La portinaia, mandata a cercarlo, lo trovò in ginocchio sul pavimento della cappella davanti al Bambino Gesù di gesso. Era il periodo natalizio. La sua giustificazione per il ritardo fu: come potevo lasciarlo lì da solo?!

Non mancarono anche vicende dolorose nella sua vita sacerdotale, legate proprio a persone che aveva a lungo beneficato, ma non conservò mai in cuore amarezza o risentimento.

A poco a poco, col tempo, dovette lasciare Alpiolo e continuò il suo ministero fra noi diventando un saldo punto di riferimento anche per i nostri ospiti che volentieri si confessavano da lui. Venne poi anche il tempo in cui durante la Santa Messa quotidiana si limitò a concelebrare accogliendo sempre con tanta gioia ed entusiasmo i sacerdoti ospiti o di passaggio presenti. E quando anche scendere la domenica in Basilica divenne per lui troppo gravoso, accettò volentieri di celebrare la Messa in cappella per le sorelle che in modo costante o anche solo per motivi di salute occasionali vi prendevano parte non potendo unirsi al resto della Comunità in Basilica alle ore 11. In tale occasione era sempre molto grato a coloro che erano presenti e accoglieva con tanta riconoscenza la presenza delle sorelle che gli porgevano qualche aiuto durante la celebrazione. Con affetto ricordava e salutava sempre le malate; le sue parole durante l’omelia, anche se talora ormai brevi, erano sempre perfettamente intonate con la liturgia del giorno e lasciavano trasparire tanto fervore e desiderio di poter donare tutto ciò che aveva in cuore da lasciare sempre edificati gli uditori.

Particolarmente commovente fu la sua presenza in Basilica in occasione della Santa Messa nel giorno del cinquantesimo di fondazione, l’11 ottobre 2023. Non solo volle giungervi, pur con tanta fatica, ma non rinunciò a salire i gradini dell’altare per ricevere con gli altri sacerdoti – al momento della Comunione – il Corpo e il Sangue di Cristo, quasi per suggellare con quel gesto tutti quegli anni in cui a partire dal primo giorno aveva servito con fedeltà e generosità la Comunità. Don Giacomo era fiero della sua identità di sacerdote diocesano e per questo non ha mai voluto divenire oblato benedettino, ma…il Signore l’ha chiamato a sé proprio nel giorno del patrono degli oblati, Sant’Enrico!

Nell’ultimo periodo, quello dell’infermità, tutte noi costatammo in lui il crescere di una serenità che lo rendeva amabile e grato per ogni gesto di delicatezza. Diveniva giorno dopo giorno preghiera lui stesso. Come non commuoversi quando la Madre, portandogli l’Eucaristia, lo vedeva prostrarsi in ginocchio, pieno di riverenza e gratitudine? Tutto il passato, con le inevitabili fatiche, si è placato nella dolce serenità di chi attende solo il compimento della sua missione terrena fra le braccia del suo Signore e Dio.

In questi ultimi giorni per lui più faticosi ci è stato riferito che non solo la parrocchia di Alpiolo, ma anche le parrocchie e le comunità più vicine all’Isola, venute a conoscenza delle condizioni ancor più precarie del nostro cappellano, non hanno mancato di ricordarlo e di pregare più volte per lui con tanto affetto e commozione, rivelando così ancora una volta la riconoscenza di tante persone per i numerosi gesti di bontà, comprensione, sostegno e vicinanza manifestati da Don Giacomo nel corso del suo lungo e fecondo ministero.

Inoltre moltissimi sono stati i sacerdoti che l’hanno visitato e hanno pregato con lui: una vera, santa processione che l’ha sostenuto proprio nell’suo ultimo tratto di strada verso la Gerusalemme celeste.

La Madre Abbadessa e la Comunità dell’Abbazia «Mater Ecclesiæ» – Isola San Giulio (NO)

Madre Cànopi, don Bagnati e il vescovo Del Monte negli anni ’70 (Foto www.benedettineisolasangiulio.org)


lunedì, luglio 15, 2024

Scomparso a Orta Don Giacomo Bagnati


Sabato 13 luglio 2024 è venuto a mancare a 91 anni l'amatissimo Don Giacomo Bagnati, storico cappellano dell’abbazia Mater Ecclesiae di Orta San Giulio. Il funerale si terrà oggi, lunedì 15 luglio alle ore 15.

Don Giacomo nacque il 14 maggio 1933 a Bellinzago Novarese. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1957 a Novara da mons. Gilla Vincenzo Gremigni, iniziò la sua attività come vice rettore nel Seminario di Miasino, dove insegnava Lettere. Nel 1958, fu trasferito come vice rettore al Seminario maggiore di Novara, dove collaborò fino al 1969 con mons. G. De Lorenzi. Dal 1972 al 1980, fu parroco di Carcegna e direttore della Casa del Clero di Miasino.

Nel 1973, don Giacomo assunse il ruolo di cappellano del Monastero Mater Ecclesiae all’Isola di San Giulio di Orta, diventandone anche parroco. Affiancò Madre Anna Maria Canopi e le prime consorelle, che nel 1973 fondarono la nuova comunità monastica. Don Giacomo ha mantenuto questo ruolo fino alla sua morte, nonostante la salute precaria.

La Liturgia funebre sarà presieduta dal Vescovo Franco Giulio e si terrà presso la Basilica dell’Isola di San Giulio. La salma sarà tumulata nel cimitero di San Filiberto di Pella. Le Monache dell’Abbazia e tutta la comunità elevano le loro preghiere affinché il Signore accolga l’anima di don Giacomo e lo ricompensi per il suo fedele servizio alla Chiesa diocesana.
OrtaBlog si unisce ai tanti fedeli che hanno conosciuto Don Giacomo porgendo le sue condoglianze ai famigliari.

Foto www.benedettineisolasangiulio.org

domenica, giugno 05, 2022

Premio Muratore 2022


Il “Premio Muratore”, assegnato dai 5 Lions Club: Omegna, Borgomanero Host, Borgomanero Cusio, Verbano Borromeo e Valsesia, è stato  consegnato sabato 4  giugno alle Suore di Clausura del Monastero Benedettino dell’isola di San Giulio, quale contributo per il restauro della foresteria di Casa San Martino. 
Da 39 anni, il service viene assegnato con la finalità di aiutare una famiglia di "muratori" in difficoltà o per finanziare opere di restauro od interventi edili. I  presidenti dei cinque Club Lions, alla presenza del Governatore Distrettuale Gigi Farrauto e del past governatore Rino Porini, hanno consegnato l'assegno di 5000 euro nelle mani della Badessa Suor Maria Grazia Cereda.
Nell'occasione, i soci Lions presenti, hanno potuto apprezzare, grazie ad una proiezione di diapositive, il lavoro delle Suore di Clausura, dedite al restauro di preziosissimi paramenti sacri. Grazie a macchinari all'avanguardia, computer, microscopi, il laser, ma soprattutto grazie alle pazienti mani delle infaticabile monache, nel silenzio della clausura, tornano all'antico splendore tessuti preziosi, ricami pregiati, intrecci di fili d'oro.

venerdì, novembre 06, 2009

Voci nel Silenzio ad Orta San Giulio



In Italia il 32% delle donne ha subito durante la propria esistenza una violenza fisica o sessuale. Il 70% degli stupri è opera del partner. Il 96% delle violenze non viene denunciato.
Questi gli impressionanti dati che devono spingere ad una riflessione e che motivano eventi come quello in programma questo fine settimana ad Orta San Giulio.
Voci nel Silenzio - La violenza nega l'esistenza, realizzata dalla Regione Piemonte in collaborazione con il Comune di Ortasi ispira liberamente al format internazionale “Silent Witness - Testimoni Silenziose” ed ha ricevuto il patrocinio del Ministro per le Pari Opportunità, del Segretariato Sociale Rai e dell’Università del Piemonte Orientale.
Si tratta di una grande iniziativa itinerante di sensibilizzazione che coinvolge tutta la regione che si concluderà il 25 Novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
Piazza Motta, sede dell'evento, si riempirà di sagome femminili a grandezza naturale su cui sono descritte storie reali di donne morte a causa violenza domestica ma anche di donne che questa violenza l'hanno superato. Un allestimento di forte impatto scenografico ma anche e soprattutto emotivo.
Prenderà parte simbolicamente all’evento anche Madre Anna Maria Cànopi, badessa dell’Abbazia benedettina femminile di clausuraMater Ecclesiae” dell’Isola di San Giulio, che ha inviato un personale messaggio di riflessione in occasione dell’evento.
Qui la brochure della manifestazione e nel seguito il programma completo.

Venerdì 6 Novembre
ore 9,30
Inizio manifestazione
ore 11,00
Inaugurazione ufficiale
ore 11,00-13,00
Maratona di letture
ore 15,00-17,00
Maratona di letture
ore 18,30
Chiusura manifestazione


Sabato 7 Novembre
Domenica 8 Novembre
Lunedì 9 Novembre
ore 10,00 - 18,30
Libera fruizione della mostra