NATALY MAIER
Percezioni Cromatiche
a cura di Marco Emilio Bertona
25 marzo
– 6 maggio 2017
Inaugurazione
sabato 25 marzo ore 18.00
UT PICTURA POËSIS
Testo introduttivo alla mostra di Francesca Baboni
Ci sono artisti che sanno armonizzare perfettamente un
naturale senso per la pittura con il sentimento proprio della poesia. Nataly
Maier esprime appieno il significato della celebre locuzione latina del poeta
Orazio, quell’ ut pictura poësis che
vuole indicare come realizzare un quadro equivalga a scrivere in modo poetico.
Il termine poësis non a caso deriva
da un verbo greco che indica il generare. Aristotele parlava di poiesis come il
“fare” tangibile, in contrapposizione alla praxis,
l’azione morale dell’essere nel mondo. Il “fare pittura” nelle opere di Nataly
Maier è dunque pura espressione poetica, fin dai suoi esordi. Un’impronta che
vede il suo inizio esattamente da quella ricerca sulla composizione che parte
dagli anni ‘90 e come un fil rouge attraversa tutta la sua produzione, con una
coerenza strutturale di fondo riscontrabile in ognuna delle diverse serie
affrontate durante il suo percorso, dalle prime fotosculture che corrono in
parallelo coi dittici, ai lavori degli ultimi anni in cui il dipingere assume
un significato pregnante e ineluttabile.
E’ singolare notare come nel lavoro dell’artista si passi
con naturalezza da rappresentazioni in cui in modo originale costruisce
rapporti tridimensionali tra immagine fotografica, volume, spazio e oggetto, o
dittici in cui al linguaggio fotografico si associa un pigmento saturo,
arrivando poi ad un linguaggio puramente pittorico, come se ci fosse da sempre
l’esigenza da parte del colore stesso di esplodere, come se fosse presente fin
dalle origini una forza propulsiva e latente all’interno dell’opera. Un’urgenza
che sente il bisogno di fuoriuscire e si fa sentire prepotente quando compaiono
le prime scritte successivamente modificate coi nomi di pittori, vere e proprie
icone universali della storia dell’arte, nella quali il verbum si rivela
accanto alla pienezza monocroma della superficie divenuta materia pittorica
lucida, nel momento in cui l’alluminio si accosta alla tempera, e che procede
insistente fino agli ultimi lavori in cui l’artista mostra anche una tecnica
figurativa eccellente, pur rimanendo sempre ancorata ad un piano
ontologicamente concettuale.
La scelta cromatica univoca pone così la base per la
costruzione della sua poetica, nella quale il soggetto, che pur si modifica
negli anni, rimane soltanto come pretesto per focalizzare un pensiero
ricorrente e per mettere in atto una sperimentazione che vira verso l’ambito
pittorico senza mai discostarsi da quello filosofico. Una pittura profondamente emozionale quella di Nataly Maier, che gioca
sulla finzione apparente coniugata assieme ad un’astrazione che sceglie come
modalità esplicativa una rarefazione oggettiva estremamente raffinata. Segna il
passaggio la serie Invert che fa
riferimento al mondo digitale, sintetizzando la tavolozza dei colori su quella
del computer e che ci traghetta direttamente verso la purezza della serie di
dipinti Sconfinitudini, in cui
l’artista recupera tecniche antiche come la tempera all’uovo e l’encausto e le
confronta volutamente ai mezzi contemporanei. Nataly Maier attualizza la
procedura consolidata della tempera - che non ammette alcun ripensamento -
modulando sullo sfondo tasselli di colore puro ma sempre discreto e sobrio, mai
roboante o accecante, che trasudano una raffinata e ovattata morbidezza e che
sconfinano al di fuori della tela perdendo volutamente il bordo, costruendo
geometrie solide e perfettamente equilibrate, dimostrando una necessità di
espansione da parte dell’opera stessa. Successivamente, le opere trovano una
limitazione del proprio limes nella serie Confinitudini,
nella quale una cornice bianca va a delimitare la chiusura, il confine
insuperabile che ora circoscrive la purezza della visione, creando una
mediazione tra spazio interno ed esterno. Il gioco dei cromatismi si estende
anche alla leggerezza del collage delle carte, fogli sovrapposti che creano
composizioni fluide e minimali, fluttuanti nel loro avvicendarsi una
sull’altra. Il cerchio si chiude in modo armonico, con il ritorno ai dittici in
bianco e nero che abbandonano l’aspetto fotografico e ci riportano ad una
figurazione che riprende il tema della
vanitas e della natura morta seicentesca. Nataly Maier riprende senza alcuna
esitazione di sorta le ricerche del passato rielaborandole, ritorna con
scioltezza al punto di partenza dimostrando come anche nella figurazione la
mano sapiente dell’artista si muova con abilità e precisione. E come quel modus
profondo dell’armonia del dipingere lo possieda da sempre come un destino già assegnato.
A corredo della mostra è stato realizzato un catalogo
monografico sul lavoro di Nataly Maier a cura di Marco Emilio Bertona con testo
introduttivo di Francesca Baboni.
La mostra “Nataly Maier – Percezioni
Cromatiche”, è patrocinata dall’Assessorato
alla Cultura del Comune di Borgomanero.
Orari mostra: sabato 10.00 – 12.30 / 15.00 – 19.30
altri giorni ed altri orari su appuntamento
Informazioni sulle opere esposte
e sulla
galleria sono disponibili sul sito www.mebartestudio.it
MEB ARTE STUDIO
Via San Giovanni n° 26
28021 Borgomanero – NO -
Tel. +39.342.8854339
e.mail mebartestudio@gmail.com www.mebartestudio.it
MEB Arte
Studio, Via San Giovanni 26, 28021 Borgomanero – Novara – Tel. +39.342.8854339
– e.mail mebartestudio@mail.com
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