Mai come in queste settimane particolari, dove costretti ci troviamo nelle nostre case, il suono delle campane viene maggiormente percepito. In questi prossimi giorni ci ricorderanno alcuni momenti di questa Pasqua silenziosa, dei suoi riti e delle chiese vuote. Giovedì e Sabato Santo in concomitanza con le celebrazioni che si terranno nella basilica di San Giuliano suoneranno al canto del Gloria. Silenziose resteranno il Venerdì Santo. La domenica di Pasqua suoneranno alle ore 11.00, l'ora in cui dovrebbe essere celebrata la messa di Resurrezione nella nostra chiesa.
"Ecco l'acqua che sgorga dal tempio Santo di Dio Alleluia..." in questo anno in cui siamo privati della benedizione pasquale con l'acqua nuova, vorrei suggerirvi un'antica usanza campestre che era in uso nei nostri paesi e che i nostri anziani, che ora non ci sono più, ci raccontavano. Prima della riforma liturgica della Settimana Santa effettuata da papa Pio XII negli anni '50 del secolo scorso, al mattino del Sabato Santo si celebrava la liturgia di Resurrezione. La maggior parte delle persone era indaffarata nelle campagne e la funzione non era troppo partecipata, come del resto la chiesa era gremita in ogni messa il giorno seguente di Pasqua. Nelle campagne o nelle case i fedeli attendevano che le campane mute dal Giovedì Santo fossero "slegate" e riprendessero a suonare per annunciare la Resurrezione di Cristo, allora di corsa si correva ai ruscelli carichi di fresche acque primaverili e ci si bagnava gli occhi e si faceva il segno della croce. Anche noi quest'anno nella notte di Pasqua quando sentiamo il suono delle campane ripetiamo questo gesto con dell' acqua che abbiamo nelle nostre case. Un piccolo gesto campestre ricco di fede, nel ricordo del nostro battesimo liberati dal peccato per mezzo dell' acqua
Testo di Carlo Frattini di Bolzano Novarese