lunedì, maggio 03, 2010

L'Albero Cavo ad Ornavasso


Giornata intensa e messa a dura prova dal maltempo, quella di sabato 1 maggio vissuta dal gruppo di animazione teatrale “Albero Cavo” di Bolzano Novarese.
Tra gli ospiti della settima passeggiata enogastronomica di OrnavassoLa vita tra Leponti e Walser”, la pro locoBolzano Insieme” di Bolzano Novarese aveva il suo fiore all’occhiello, la sua delegazione artistica “Albero Cavo”, in uno dei quaranta cortili aperti al pubblico.
Il gruppo, specializzato in rievocazioni storiche e medievali, ha presentato uno spettacolo coinvolgente: un teatro di strada dove bambino o adulto che fosse veniva colpito dalla curiosità di ciò che capitava in scena.
E’ stata proprio quella curiosità ad accompagnare l’ospite alla riscoperta delle origini prima lepontine e poi walser di Ornavasso. Una ventina di figuranti rievocavano la leggenda che narra della fuga da un paese svizzero di alcune coppie promesse spose per sottrarsi alla ius primae noctis: il diritto del padrone a giacere con la vergine nella prima notte di nozze. Poi ecco ricordare l’importanza del marmo di Ornavasso, esportato fino a Milano per la costruzione del Duomo, le origini celtiche ed altro ancora. Divertenti le incursioni dei popolani tra i turisti per soccorrere un improbabile e malcapitato ferito.
I bracieri e la cucina da campo hanno scaldato le membra dei popolani, indaffarati nel cardare la lana, intagliare tronchi, preparare lance, allenarsi nella lotta. E’ stata poi molto apprezzata la scena dell’incursione degli sgherri del padrone, finita in scazzotata con tanto di tavole in frantumi e lotta con i bastoni.
Peccato per la pioggia, che dalle 14.30 non ha dato tregua ai figuranti, comunque fradici integerrimi fino alle 18.00 nel loro ruolo anche nel fango creatosi nel campo scenico.
L’evento è stato inoltre una prestigiosa vetrina per presentare la rievocazione medievale “Alla Corte sul Lago a.D. 1362”, in programma a Bolzano Novarese nel week end tra l’11 ed il 13 giugno. Per ulteriori informazioni: 348.0480680.

Testo di Stefano Frattini

Nessun commento: