martedì, luglio 05, 2011

XII Orta Festival



Giunge alla sua XII edizione Orta Festival e si presenta al proprio pubblico - colto e affezionato - con un ricco, raffinato cartellone espressamente ideato dal direttore artistico Amedeo Monetti in collaborazione con l’Associazione Musicale Florestano-Eusebio. L’attenzione alle ricorrenze (segnatamente il 100° della scomparsa di Mahler e il 200° della nascita di Liszt) non è che uno dei possibili percorsi entro il festival stesso che alterna, con sapienti criteri e calibrate alchimie, antico e moderno, organici orchestrali e ensemble cameristici, valorizzando ancora una volta la preziosità dei luoghi prescelti.

L’apertura  all’insegna della varietà di stili, epoche ed autori il 9 luglio presso la Basilica di San Giulio nella suggestiva Isola di San Giulio, con l’Orchestra da Camera di Milano diretta da Amedeo Monetti: in programma di Puccini l’Elegia per archi pagina giovanile di intensa espressività già profeticamente proiettata verso la maturità del compositore lucchese; il clima della pagina pucciniana ben si salda alle distillate atmosfere della Pastorale d’été di Honegger (datata 1920) e alla solarità sfolgorante dell’Ouverture da La Scala di seta, frutto maturo di un Rossini appena ventenne. Completa il programma la mozartiana Sinfonia K 550, vero e proprio evergreen, celeberrima pagina irrequieta e febbrile, coniata nella brunita tonalità di sol minore ed impregnata di pessimistico fatalismo, già orientato verso un clima Sturm und Drang. La K 550 viene proposta nella prima versione, vale a dir quella del 1788 priva dei clarinetti, e si tratta di una vera rarità che sarà affascinante confrontare idealmente con la definitiva e corrente versione approntata da Mozart stesso nel 1790 in vista di una probabile esecuzione a Francoforte. L’inserzione delle due pagine italiane in programma, pur intenzionalmente rifuggendo da espliciti quanto prevedibili riferimenti risorgimentali, non è affatto casuale bensì intende porsi quale esplicito hommage alla Nazione nel 150° dell’Unità.

Di spicco ben due concerti affidati all’Orta Festival Ensemble, il 16 luglio ad Orta presso la chiesa di Santa Maria Assunta e il 31 luglio ancora presso la basilica di San Giulio sull’Isola di San Giulio. Nel primo caso la serata - diretta da Amedeo Monetti - sarà monograficamente dedicata a Mahler e si tratta di una vera e propria preziosità, vale a dire la trascrizione cameristica a cura di Erwin Stein, allievo e collaboratore di Schönberg (1921) della sublime Quarta Sinfonia di Mahler (La Vita celestiale), dal titolo dell’omonimo lied da Des Knaben Wunderhorn interpretato dal soprano Lorna Windsor; si tratta forse della più intimista tra le partiture mahleriane e la raffinata versione di Stein non farà certo rimpiangere quella originale per grande orchestra consentendo al contrario di apprezzarne al meglio le mille screziature e la qualità dell’inconfondibile tornitura melodica. Laddove nel concerto del 31 luglio, a conclusione del Festival, il medesimo ensemble si cimenterà, in assenza di direttore, con l’Ottetto in fa maggiore op. 166 D. 803 di Schubert, risalente al biennio 1824-25, da annoverare senz’altro tra i capolavori cameristici della matura stagione dell’autore di Winterreise. Il musicista lo compose certo in ossequio alle maniere del beethoveniano Settimino, ciò nonostante è opera del tutto originale ed assolutamente emblematica, dalla fascinosa veste timbrica, di sapore già quasi sinfonico. Tra gli esecutori, tutti allineati su elevati standard di professionalità, spicca la presenza del clarinettista Alessandro Carbonare.
           
Di rilievo inoltre il concerto del 22 luglio presso la Sala Tallone all’Isola di San Giulio per la raffinatezza e la rarità del programma che annovera il melologo Enoch Arden op. 38 di Richard Strauss su testo immortale di Alfred Tennyson (proposto nella traduzione ed adattamento di Bruno Cagli), grazie alla presenza di Elena Bellini in veste di voce recitante e di Ruggero Laganà al pianoforte. Il melologo risale al 1897 ed è pagina di emozionante bellezza. Strauss lo compose per l’amico attore Ernst von Possart, all’epoca  sovrintendente presso l’Hoftheater di Monaco. Creduto morto dai familiari, un marinaio dopo lunghe disavventure e peripezie fa  rientro a casa. La  moglie è ormai sposata con il suo migliore amico, sicché Enoch Arden, senza rivelare a nessuno la propria identità, affronta la solitudine sino alla morte. Il poema di Tennyson è permeato dall’ideologia vittoriana: sicché a prevalere nella vicenda sono il senso del dovere e del sacrificio. 


L’omaggio a Liszt è per il 25 luglio presso la chiesa della Madonna di Luzzara a Gozzano con il giovane pianista francese Alì Hireche. In programma ben Quattro Études d’éxécutions trascendantes, pagine assolutamente peculiari del pianismo lisztiano e la virtuosistica Rapsodie espagnole S 254 (R90): brani che necessitano di dita d’acciaio e molta sensibilità al pari degli schumanniani Studi sinfonici op. 13 proposti in apertura di serata (si ascolta inoltre l’Arabeske op. 18).
           
Ancora il pianoforte protagonista nel concerto del 12 luglio, chiesa di Santa Maria Assunta ad Orta, per una cospicua manciata di Sonate mozartiane (K301, K304, K380 e K454) concepite, quanto meno le più giovanili, secondo la dizione dell’autore, con accompagnamento di violino, e questo la dice lunga sulle predilezioni tastieristiche del salisburghese. In realtà - ovviamente - lo strumento ad arco non ha certo un ruolo secondario, tant’è che siffatti brani sono entrati de iure nel repertorio di ogni violinista. Protagoniste della serata la giovane Lorenza Borrani, una tra le più affermate violiniste italiane di oggi, solidi studi, perfezionamento con illustri maestri, forte di prestigiose collaborazioni (diretta da insigni bacchette tra le quali Abbado) e la pianista Raffaella Damaschi assidua ad Orta e pertanto ben nota al pubblico del Festival.
           
Il consueto appuntamento con l’universo barocco - il 20 luglio - vedrà protagonisti, entro la suggestiva cornice della chiesa di San Filiberto a Pella, due specialisti di consolidata esperienza vale a dire Vittorio Ghielmi e Luca Pianca (viola da gamba e liuto).
           
Da segnalare inoltre il bel concerto del 28 luglio ad Orta, ancora presso la chiesa di Santa Maria Assunta, con artisti d’eccezione: Zora Slokar corno, Lorenza Borrani e Francesco Senese violino, Giuseppe Russo Rossi e Ada Meinich viola e Matteo Pigato violoncello. Offriranno all’ascolto capolavori di ambito cameristico: in particolare si ascolterà di Mozart il Quintetto K 407 per corno e archi e di Mendelssohn il Quintetto op. 87 per soli archi. A centro serata, del novecentesco Messiaen Appel interstellaire per corno solo, pagina quanto mai suggestiva, dalla arcane risonanze.

Infine il concerto del 18 luglio a Soriso (Chiesa di San Giacomo) sarà monograficamente consacrato al boemo Dvorák del quale si ascolteranno due pagine di forte impatto emotivo e inarrivabile charme, appartenenti al periodo di permanenza negli USA: si tratta del Quartetto op. 96 detto ‘americano’ e del Quintetto op. 97, composti nel 1893 a Spillville nello Iowa, imbevuti entrambi di folklore made in Usa e nel contempo di riferimenti affettuosi e pieni di nostalgia per la terra natale; pagine di grande ricchezza, fondate su scale pentafoniche e innervate di ritmi vivaci e inusitati. Protagonisti Gabriele Pieranunzi violino, Francesco Fiore viola e Gabriele Geminiani violoncello affiancati dal violino di Santi Interdonato e dalla viola di Luca Improta.


Potete consultare o scaricare la brochure con il programma completo a questo indirizzo.

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